______________________________________

Questo sito internet è stato realizzato per promuovere le vocazioni alla vita monastica. Le donne che si sentono attrarre dal Signore a diventare monache, possono fare una prova di alcuni giorni in monastero per vedere se sono portate per la vita monastica. 

Pubblico la testimonianza che mi ha inviato una mia amica monaca di clausura.

Ero una giovane come tante, felice. Studente, sportiva, amavo la vita. Frequentavo l'Azione Cattolica e le A.C.L.I. Terminati gli studi, trovai un lavoro. Anche se lavoravo regolarmente in un posto, che economicamente mi dava molta soddisfazione, mi rendevo conto, nel contempo, che non ero proprio appagata. Ricevevo apprezzamenti e inviti da giovani che si accorgevano della mia freschezza giovanile, del mio impegno sociale e sportivo. Ma io sentivo di "volere di più". A 19 anni, dopo un periodo di riflessione, di ascolto della Parola di Dio, dopo essermi immersa nelle albe e nei tramonti, nel silenzio delle cime nevate, dove potei rientrare più spesso in me stessa, mi è balenata una nostalgia dell' "assoluto di Dio" che mi ha fatto trasalire. Non avevo mai pensato di abbracciare la vocazione religiosa, tanto meno quella claustrale. Amavo troppo la mia libertà! Ma durante una S. Messa, nel momento della consacrazione Gesù mi invitò a seguirlo. Tutto avvenne in 30 o 40 secondi. Non è facile descrivere a parole quella esperienza. Mi sentii avvolta improvvisamente dalla presenza di Dio, avvolta dal Suo amore e contemporaneamente sentii il vivo desiderio di essere tutta sua. In un baleno mi passò, come in veloce sequenza, la mia vita. Avevo finalmente raggiunto tutto ciò che da sempre avevo desiderato e conseguito con tanta fatica e sacrificio: un titolo di studio, un bel posto e soddisfazione nello sport. In confronto di quanto Lui mi stava dando in quel momento…ebbi l’impressione di avere tra le mani un po’ di paglia. Fu allora che dissi, sì, Gesù, mi consacrerò a Te! Inizialmente pensavo di farmi missionaria per poter comunicare a quanti avrei incontrato ciò il Signore aveva operato in me, poi, pian piano, nella preghiera e con l’aiuto di una guida spirituale, compresi che solo nella vita contemplativa trovava appagamento la mia aspirazione, solo questa mi permetteva di avvicinare, spiritualmente, un maggior numero di fratelli. A 21 anni, contro il parere di tutta la mia famiglia, che mi avrebbe vista più volentieri sposa felice, dopo aver curiosato in un monastero di clausura per averne una idea precisa, ho messo qualcosa in una borsetta e, da buona atleta, velocemente, alle prime luci del mattino e all’insaputa di tutti i miei cari, ho raggiunto il monastero: la mia nuova casa! Vi assicuro che il cuore batteva forte...

A sera, guardando dalla finestra del monastero, intravidi, tra il verde, le insegne e le luci della città. Ricordavo quanto avevo lasciato e lo mettevo accanto a quello che avevo guadagnato... Chiusa la finestra sono scomparsa nell'umiltà, nella scoperta dello spirito proprio dell'Ordine monastico abbracciato, nell'accettazione dell'obbedienza in nome di Dio, di quel Dio e Padre che tenevo stretto nel mio cuore.

E sono riapparsa colma di pace nell'esercizio di una maternità spirituale che mi permette di spostarmi tempestivamente da un capo all'altro della terra a visitare il cuore di ogni fratello, ad asciugare le lacrime, a tergere il sudore dei lavoratori, dei moribondi di tutte le guerre, a stringere al mio cuore gli orfani, gli anziani, i sofferenti di ogni colore ed età, a incoraggiare i giovani a percorrere onestamente, coraggiosamente la strada della vita, la strada di quella vita che è frutto del dono di Dio. Giorno dopo giorno lo Spirito mi apre sempre nuovi orizzonti. Mi fa comprendere che Dio, Padre buono, vuole servirsi della mia umile vita di Visitandina per farne una gioiosa, nascosta testimonianza dell'amore con cui Egli ama ogni uomo.

Suor M.D.


___________________

Domande e risposte

_________ “La nostra vita contemplativa è sempre a contatto con gli altri soprattutto con chi ha più bisogno”.

Sembra una contraddizione, ma di fatto è così: perché se, come dice un monaco trappista, c’è bisogno di chi parla agli uomini di Dio, allo stesso modo è necessario che ci sia chi parla a Dio degli uomini. La nostra è una vocazione particolare, spesso non compresa, soprattutto per gli uomini dell’era tecnologica, del nostro contesto sociale, teso al profitto e al risultato immediato.

Come mai la scelta di questa vocazione? Per alcune di noi è stata la ricerca della volontà di Dio che ci ha spinto in questa direzione, in un momento della vita in cui cercavamo di cogliere il Suo disegno d’amore.

Che senso ha la vostra scelta oggi? Forse ha ancora più senso di un tempo, in quanto oggi molti escludono Dio dalla propria vita, ma nello stesso tempo c’è una grande sete di realtà profonde.

Quale l’utilità di questa vita? Poter incontrare il cuore di tutti i fratelli al di là delle mura e delle inferriate perché la persona si incontra veramente solo col cuore. E il nostro operare non è limitato né da barriere fisiche, né di tempo, né di spazio.

Come si esprime la vostra femminilità in questo rapporto con Dio? La nostra femminilità si accresce perché la maternità spirituale in questo modo non ha limiti.

Come pregate? Celebriamo la Liturgia delle Ore che esprime lode, adorazione, ringraziamento e impetrazione che sale a Dio per tutti gli uomini rispondendo così alle richieste di tanti fratelli che si affidano alla nostra preghiera e portiamo inoltre nel cuore tutte le povertà del mondo. Viviamo poi con particolare intensità i momenti dell’orazione personale. L’alternare preghiera e lavoro, fa sì che tutta la nostra vita, come dice sant’Agostino, diventi “preghiera della vita”. Preghiamo specialmente per i giovani affinché scoprano che Dio li ama e li accompagna sempre in ogni istante della loro vita.

La vostra preghiera può essere condivisa anche dagli altri? Sì, certo. Condividiamo, con chi frequenta la nostra chiesa, momenti di preghiera, di adorazione eucaristica, di Liturgia delle ore, di Lectio divina che facciamo una volta alla settimana. Condividiamo inoltre la nostra preghiera con le giovani o le persone che vengono a trascorrere giorni di ritiro, di discernimento in clausura o in foresteria. Spesso chi ha fatto questa esperienza porta con sé la sete di silenzio e di intimità con Dio.